Interessante per i molteplici contrasti che la contraddistinguono, la vasta metropoli sudafricana ospita edifici coloniali e quartieri piuttosto variegati.
E' la terza città per grandezza del continente africano e si caratterizza per la presenza di realtà diversissime tra loro che coesistono insieme: accanto ai quartieri ricchissimi, ai grandi centri commerciali e alle larghe autostrade si affiancano i degradati sobborghi, discariche e le zone dove un tempo regnava l'apartheid.
Città interessante per la sua storia purtroppo segnata dalle tristi vicende razziali, sta affrontando un programma di rinnovamento iniziato negli Anni Novanta. E' una realtà africana a tutti gli effetti ma con evidenti influenze europee che le conferiscono ancora più fascino e il suo territorio è molto vasto e variegato. Qui sorgono i migliori stadi del mondo, essendo lo sport una delle attrattive principali e vero e proprio culto per i sudafricani, e altrettanto famosa è la gioielleria, di ottima qualità e a prezzi contenuti data l'abbondanza di materie prime come oro, platino e pietre preziose.
Le zone da visitare sono soprattutto quelle centrali, primo fra tutti Newton Precinct, una volta sede del vecchio mercato, oggi vero centro della vita culturale in città. Si trovano qui il Museum Africa, dedicato alla storia ed alla cultura sudafricana, la Bus Factory, il centro dell'artigianato e design, il Market Theatre, un Museo della Scienza e della Tecnologia e tanti spazi per mostre, concerti ed altri eventi. Subito fuori dal centro la visita da fare è quella verso i due bellissimi quartieri residenziali molto esclusivi: Parktown, che ospita il polmone verde della città, lo Zoo Lake, e Houghton, tra le cui eleganti ville c'è anche quella dove ha vissuto Nelson Mandela. Il quartiere di Melville è quello preferito dai turisti con i suoi numerosi locali con musica dal vivo, ristoranti e caffè all'aperto che sfilano lungo le graziose isole pedonali. Anche le eclettiche zone di Hillbrow e Rockey Street sono vivaci e piacevoli da visitare, un po' meno il Central Business District, il quartiere degli affari con i suoi numerosi grattacieli. Il Constitution Hill, il Vecchio Forte del 1892, è uno dei maggiori richiami turistici, cosi come gli edifici di epoca coloniale come il Rissik St Post Office e la City Hall. Tra le zone periferiche più povere ma ricche di storia Soweto si ritaglia un ruolo fondamentale come centro della lotta all'Apartheid. Per chi vuole approfondire la storia della segregazione razziale non può mancare una visita all'Apartheid Museum che sorge a Gold Reef City, a nord- ovest della città, dove si trova anche il più grande parco dei divertimenti cittadino.
La loro estate corrisponde all'inverno, anche se fino ad agosto e settembre le temperature sono miti: per il giorno sono sufficienti vestiti di mezza stagione, per la sera vanno bene un maglione o una felpa un po' più pesanti.
In questa vasta metropoli sono parlate tutte le 11 lingue del paese. L'inglese è la lingua principale, ma abbastanza diffuse sono l'afrikaans, lo zulu, il setswana e il sesotho, il portoghese e il francese.
Il Parco nazionale Kruger è la più grande riserva naturale del Sudafrica, infatti si estende su di un‘area di circa 20.000 km² (equivalente all’incirca a quella dello stato di Israele o del Galles). A ovest e a sud del parco si trovano le due province sudafricane di Mpumalanga e Limpopo, a nord lo Zimbabwe e a est il Mozambico e lo Swaziland. Recentemente, il Kruger è entrato a far parte del Parco transfrontaliero del Grande Limpopo, che lo unisce al Parco nazionale di Gonarezhou dello Zimbabwe e al Parco nazionale del Limpopo del Mozambico. Il parco appartiene alla “Kruger to Canyons Biosphere”, una zona designata dall’UNESCO come Riserva Internazionale dell’Uomo e della Biosfera. Nella regione del Kruger sono stati trovati reperti che indicano la presenza umana da almeno un milione e mezzo di anni fa. Infatti qui fiorì una civiltà, la cui presenza è oggi testimoniata dalla cittadella di pietra di Thulamela e dai resti di circa 200 miniere di ferro. Il primo europeo a esplorare la zona fu l’olandese Francois de Cuiper, che guidava una spedizione della Compagnia olandese delle Indie orientali partita dalla Colonia del Capo nel 1725. Cuiper in seguito fu scacciato dalla zona, da un attacco sferrato ai suoi, dalle tribù locali nella zona di Gomondwane. Durante la fine dell’ottocento, numerosi cercatori d’oro cominciarono a riversarsi in questa zona, nonostante la presenza di molti pericoli, rappresentati da leoni, coccodrilli e dalla malaria. Fu in questo periodo, che la fauna locale cominciò a essere seriamente minacciata dai cacciatori europei. Nel 1896 il virus della peste bovina fece strage di gran parte degli animali selvatici e domestici dell’area. Allo scopo di preservare la cacciagione, il parlamento dell’ex repubblica del Transvaal, decise di creare una piccola riserva governativa intorno al fiume Sabie. James Stevenson-Hamilton, primo guardiano della riserva, fece in modo che tutti gli abitanti della zona fossero costretti a trasferirsi altrove e iniziò ad abbattere i predatori per consentire alla popolazione di antilopi e altri erbivori di tornare a crescere in numero. Nel 1912 la riserva fu attraversata dalla ferrovia e Stevenson-Hamilton riuscì a sfruttare questa situazione, facendo in modo che i viaggiatori si fermassero nella riserva a pranzo, creando in tal modo un primo embrione di sfruttamento turistico della zona. Nel 1926 l’amministrazione britannica stabilì che la riserva diventasse il primo Parco Nazionale del Sudafrica e come gesto simbolico di riconciliazione con la popolazione dei coloni dopo la guerra, la ribattezzò “Kruger National Park” in onore del leader boero Paul Kruger, che fu presidente della repubblica sudafricana o Transvaal, alla fine dell’ottocento. Il parco fu aperto al pubblico nel 1927 e dopo un inizio piuttosto timido iniziò ad attirare gente. Stevenson-Hamilton così smise di abbattere predatori, in quanto si rese conto del grande interesse che i leoni suscitavano presso i turisti. Nel 1991 vennero intraprese numerose azioni per modernizzare il parco, tra cui quella di rimuovere le staccionate che delimitavano i confini del Kruger, consentendo così agli animali di spostarsi liberamente dal parco alle riserve confinanti.
Il Kruger Park è suddiviso in 6 ecosistemi con diversi tipi di vegetazione, dai fitti boschi di acacie e sicomori del sudovest, alla savana della regione centrale. Per quanto riguarda invece la fauna, il parco ospita tantissimi mammiferi, tra cui bufali, leoni, rinoceronti, elefanti, zebre, ghepardi, giraffe, antilopi e ippopotami, per non parlare poi di rettili, come coccodrilli e serpenti, anfibi, pesci e oltre 500 diverse specie di uccelli. Nell’ultimo ventennio circa il parco ha sofferto di un’eccessiva crescita della popolazione degli elefanti, che crea notevoli problemi all’ecosistema. Per tale motivo a partire dal 1989 il parco ha preso a vendere sistematicamente i propri elefanti ad altre riserve e dal 1995 ha iniziato ad applicare addirittura la somministrazione annuale di farmaci contraccettivi.
Città del Capo
Città del Capo è la capitale del Sudafrica e si trova nella punta estrema meridionale del continente africano. È anche la capitale del turismo di questa zona. Qui giungono visitatori dal tutto il mondo, attratti dal clima mite quasi mediterraneo e dalle bellezze naturalistiche della Penisola del Capo oltre che dal panorama scenografico. Oltre all’oceano, che attira numerosi amanti del surf, Città del Capo è il punto di partenza dei migliori safari organizzati sul continente africano. Primo fra tutti quello al Kruger National Park, un’area di circa 20.000 km quadrati che ospita i big five: bufalo, elefante, leone, leopardo e rinoceronte, un tempo, prima dei safari fotografici, considerati i cinque animali più pericolosi da cacciare. Tra gli altri tour, imboccando le celebri strade come la Mountain Route, la Wine Route (in Sudafrica si produce un ottimo vino esportato in tutto il mondo) o la Garden Route, ci si dirige verso il Karoo, il distretto di Cape Winelands o la costa meridionale.
Il centro di Città del Capo si chiama City Bowl e si trova in una depressione in mezzo ad alcuni rilievi, il più noto dei quali è il Tafelberg meglio conosciuto come Table Mountain, che con la sua sommità pianeggiante sovrasta la città. Poiché è spesso coperta da una nube, viene chiamata la tovaglia. Imperdibile per ogni turista che visita Cape Town una gita con la cabinovia fino in cima. Il tragitto dura solo sette minuti. La cable car ruota su se stessa e consente una vista ideale a tutti i passeggeri. Oltre al Tafelberg, il territorio cittadino include altre cime, tra cui Lion’s Head, Devil’s Peak, Twelve Apostles e Signal Hill.
Storicamente, Città del Capo fu il primo insediamento europeo nel Paese. Tutta la storia del Sudafrica moderno, dallo sbarco dei primi coloni olandesi al primo discorso di Nelson Mandela dell’era post-apartheid, ha lasciato tracce culturali e architettoniche. Gli antichi edifici in stile cape dutch coesistono con moderni grattacieli e lussureggianti giardini botanici.
La città è divisa in tanti quartieri, il più famoso dei quali, per via delle case colorate, è Bo-Kaap, un quartiere vitale, alla moda, in cui vivono artisti e yuppie. Per i giovani la zona più cool è quella dell’Osservatorio, a Sud della città, frequentato da artisti e studenti. La strada più storica è Government Adderley, dove ci sono i giardini botanici Company’s Gardens e su cui si affacciano i musei e molti edifici storici. La piazza di Green Market Square ospita tutta la settimana un mercato tipico. Il molo del Victoria & Alfred Waterfront è una delle mete turistiche più rinomate della città, piena di locali e negozi e da cui partono i ferry che conducono a Robben Island. La zona più esclusiva è Constantia, dove personaggi come lo scrittore Wilbur Smith hanno la propria residenza, e dove si alternano ville e vigneti.
Affacciate sull’oceano, sono molto frequentate dagli abitanti che amano praticare ogni tipo di sport acquatico. Per esempio, la spiaggia di Blouberg è la Mecca del surf e del kite. Tra le tappe turistiche c’è l’immancabile Boulders Beach, una spiaggia abitata da una colonia di pinguini africani. Infine, giunti fin quaggiù, non si può non fare tappa sul Capo di Buona Speranza, l’estremità meridionale della Penisola del Capo che forma una riserva naturale abitata da struzzi, antilopi, gnu, facoceri e babbuini. Poco più a Nord-Est si trova il punto più elevato di Cape Point, raggiungibile con una funicolare chiamata Flying Dutchman, l’Olandese Volante, il mitico vascello fantasma che solcava i mari senza meta.