Mosca
Mosca è una città tutta da scoprire, affascinante in qualsiasi periodo dell’anno. Due le stagioni principali: l’inverno, che può diventare un’esperienza avventurosa per i turisti (pellicce e vodka per tenersi al caldo e paesaggi tutti ricoperti dalla neve) e l’estate, che arriva rapidamente in maggio con buone temperature fino a settembre inoltrato. Si parte dalla famosa Piazza Rossa, che ospita cattedrali, musei e complessi ricchi di storia e cultura. Assolutamente da visitare la Cattedrale di S. Basilio, conosciuta in tutto il mondo per i suoi colori e la sua copertura multipla a forma di cipolla; il Museo Statale Puškin di Belle Arti e il mausoleo di Lenin, in cui in una bara di cristallo giace il corpo del celeberrimo politico. Sempre sulla piazza si trova il GUM, l’edificio dei Grandi Magazzini, pieno di scale, ponti, negozi e boutique di grandi firme. La Piazza Rossa è adiacente alla fortezza del Cremlino, residenza del Presidente Russo. Un enorme complesso di chiese e mura antiche, una cittadella nella città, il cuore stesso di Mosca in cui spiccano le 20 torri e la Campana dello Zar, la più grande al mondo.Per spostarsi dal centro della città è consigliabile utilizzare la metropolitana di Mosca, anche perché le strade in città sono trafficatissime e il pedone sulle strisce non sempre ha la precedenza! Calda, pulita, luminosa, economica e bella, la metropolitana è considerata un monumento artistico. Le stazioni sembrano sale di palazzi ottocenteschi con mosaici, dipinti, lampadari imponenti, statue. Attenzione perché i cartelli sono in cirillico, quindi bisogna munirsi prima di una mappa con traduzione almeno in inglese. Tra le più belle stazioni la semplice ed elegante Majakovskaja, fermata Belorusskaja, con mosaici di scene rurali e un pavimento che imita il disegno di un tappeto bielorusso, e Teatral’naja, con marmi bianchi e maioliche in bassorilievo sul soffitto, dalla quale si raggiunge lo splendido Teatro Bolshoi, universalmente rinomato non solo per l’imponenza della struttura ma anche per la perfetta riproposizione di opere come “Il lago dei Cigni” di Tchaikovsky.La Mosca meno frequentata dai turisti, è ricca di un fascino indescrivibile. Il negozio di giocattoli in piazza Lubjianka, il Detskij Mir, che all’interno ha anche una giostra da luna park; il Monastero delle Vergini (Monastero Novodevicij), un’oasi di pace alle porte di Mosca, dove un tempo trovavano rifugio le figlie della nobiltà russa; le Colline dei Passeri (ex colline Lenin), poco distanti dal centro, dalla cui sommità si apre un indimenticabile panorama; Patriarshie Prudi, un favoloso parco in cui passeggiare d’estate e pattinare d’inverno sul lago ghiacciato; Via Arbat, simbolo di Mosca con gruppi musicali che suonano a tutte le ore, pittori e poeti, oltre a negozi che vendono di tutto, dalle famose matrioske a gioielli e vestiti di marca, a metà prezzo.In ultimo, non si può lasciare la Russia senza aver visitato anche l’Anello d’Oro a nordest di Mosca con le sue città storiche: Vladimir, fondata nel 1108, Suzdal, la città-museo, annoverata dall’Unesco fra i gioielli artistici di rilevanza mondiale, e la suggestiva Sergiev Posad con il più importante centro spirituale della Chiesa Ortodossa russa, il monastero della Trinità di San Sergio.
Sergiev
A 75 km a nord-est di Mosca, si trova la città di Sergiev Posad (Zagorsk in epoca sovietica). Anche se al giorno d'oggi é un centro industriale con una popolazione di oltre 100.000 abitanti, la sua enorme fama è dovuta alla Lavra della Trinità di San Sergio (la Lavra è il più alto rango di monastero ortodosso, ce ne sono solo quattro in tutta la Russia), l'equivalente russo-ortodossa del Vaticano, che possiede un complesso di edifici medievali di rivaleggiare con quelli del Cremlino.Il monastero prende il nome da San Sergio di Radonez, un monaco del 14° secolo che visse una vita ascetica come eremita nelle foreste intorno a Mosca, richiamando numerosi seguaci. Il monastero di legno costruito da Sergio e dai suoi seguaci fu raso al suolo dai Tartari poco dopo la sua morte, ma la sua tomba è sopravvissuta e, nel 1422, l'anno della sua canonizzazione, sono iniziati i lavori per la costruzione della Cattedrale della Trinità.Questo imponente edificio in pietra bianca, con insolite pareti inclinate e la cupola d'oro, è diventato una fonte d'ispirazione per l'architettura della chiesa russa
Suzdal
Suzdal è probabilmente una delle mete più affascinanti dell’intero Anello d’Oro. Un decreto vieta la costruzione di industrie, palazzi e ferrovie e così Suzdal sembra essersi fermata al XVIII secolo, un villaggio del tutto simile a quelli descritti in tante opere classiche russe. Una città museo con un incredibile numero di monumenti storici e monasteri, si dice che un tempo ci fossero 40 chiese ogni 400 famiglie. Attira ogni giorno frotte di turisti, quasi sempre in gruppi organizzati che con un mordi e fuggi ne visitano i must. Ma altra cosa è prendersi il tempo per passeggiare lungo le tranquille e verdi rive del fiume Kamenka collegate tra loro da piccoli ponti di legno, percorrere strade spesso non asfaltate a cui fanno da sfondo tipiche case di legno dipinte di diverso colore, chiese e monasteri dalle cupole dorate, blu, argentate che spuntano come funghi.
San Pietroburgo
San Pietroburgo, la “seconda capitale” della Russia, è una città camaleontica che, nel corso della sua storia, ha cambiato per tre volte nome: da San Pietroburgo a Pietrogrado, nel 1914; a Leningrado durante il regime comunista; per poi tornare a chiamarsi San Pietroburgo con la caduta del Muro di Berlino. Il suo centro storico è delimitato da una parte dal fiume Neva e dall’altra dal fiume Fontanka, tra i quali si apre la via principale della città: la Prospettiva Nevsky, che la divide in due parti quasi uguali. Ma i corsi d’acqua che attraversano San Pietroburgo sono davvero tantissimi, come i ponti, quasi tutti levatoi, che ne consentono il passaggio. Vengono sollevati tutte le sere a orari prestabiliti per consentire il transito delle navi e offrono ai turisti uno spettacolo suggestivo e romantico. Assolutamente unico il periodo delle Notti Bianche, che vengono organizzate nella città di Pietro a fine giugno, quando, di notte, il cielo che sovrasta la città assume una sfumatura argentata, senza diventare mai completamente buio. Si tratta di un’ottima occasione per brindare in uno dei numerosi locali alla moda che si affacciano sulla Neva o per partecipare a uno dei tanti eventi culturali (opere liriche, balletti e concerti di musica sinfonica) che animano la vita cittadina tutto l’anno. Con i suoi eleganti palazzi, simbolo della potenza tramontata degli zar, ma anche con la struggente bellezza dei suoi viali scenografici e delle cupole dorate delle sue chiese, San Pietroburgo è una città dal fascino fiabesco e dall’anima artistica in cui il divertimento è considerato un vero e proprio stile di vita.
Peterhof
Una delle attrazioni turistiche più famose e popolari di San Pietroburgo, il palazzo e il parco di Peterhof (noto anche come Petrodvorets) sono spesso indicati come "la Versailles russa", anche se molti visitatori concludono che il confronto non regge per la grandezza e la maestosità di questa residenza.Versailles fu, però, l'ispirazione per Pietro il Grande che ebbe il desiderio di costruire un palazzo imperiale nella periferia della sua nuova città e, dopo un tentativo fallito a Strelna, Peterhof, che significa "Corte di Pietro" in tedesco, è diventato il luogo per la costruzione del Palazzo Monplaisir, e successivamente del Grand Palace. L'imperatrice Elisabetta ordinò di ampliare il Grand Palace sia il parco che il famoso sistema di fontane, tra cui la spettacolare Grand Cascade. Miglioramenti al parco proseguirono per tutto il 18° e il 19° secolo. Caterina la Grande, dopo aver lasciato il suo segno sul parco, trasferì la corte a Pushkin, ma Peterhof divenne nuovamente la Residenza Imperiale ufficiale nel regno di Nicola I, che ordinò la costruzione del piccolo "Cottage Palace" nel 1826.Come quasi tutte le tenute suburbane di San Pietroburgo, Peterhof è stato devastato dalle truppe tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. E' stato, tuttavia, uno dei primi a risorgere e, grazie al lavoro degli ingegneri militari e oltre 1.000 volontari, la maggior parte delle principali strutture della tenuta fu completamente restaurata nel 1947. Il nome è stato anche de-germanizzato dopo la guerra, diventando Petrodvorets, il nome con cui la città circostante è an